lunedì 17 gennaio 2011

La dichiarazione dell'idiota

" [...] Non c'è niente che possa dirsi veramente mio, che si riprenda tutto Afanasij Ivànovic, allora: me ne andrò di qui e gli lascerò tutto, fino all'ultimo cencio...  poi vedremo chi è che mi vorrà... domandatelo a Ganja se mi sposerebbe ancora! Nemmeno Ferdyscenko mi sposerebbe a queste condizioni..." disse Nastas'ja Filippovna.
"Ferdyscenko forse non vi sposerebbe... io sono sincero", interruppe Ferdyscenko, "ma il principe, invece, lui sì che vi sposerebbe. Vi siete lamentata così tanto da dimenticarvi di lui. Ma io, il nostro principe, è un bel pezzo che lo sto osservando".
Nastas'ja, incuriosita, si voltò verso il principe.
"Davvero?" domandò.
"Davvero", balbettò il principe.
"Mi sposereste così come sono, senza nulla di nulla?"
"Vi sposerei".
"Eccone un'altra!, borbottò il generale. "Bisognava aspettarsela". Il principe con uno sguardo triste, serio e penetrante fissò Nastas'ja. "Ho trovato un altro benefattore!", disse questa, parlando a  Dar'ja Alekseevna. "Ma lui parla con il cuore, sai! Io lo conosco. E forse è vero quello che gli altri dicono di lui, dicono che sia un po' ... Ma di che cosa camperesti se sei talmente innamorato da arrivare a sposarti l'amante di Rogozin?"
"Io sposerò una donna onesta, non l'amante di Rogozin".
"E la donna onesta sarei proprio io?"
"Voi, proprio voi".
"Ma cose come queste si leggono solo nei romanzi. Sono vecchie fantasie, mio caro principe. Oggi il mondo ha aperto gli occhi e non crede più a simili bugie. E poi, cosa vi salta in mente di prendere una moglie quando voi per primo avreste bisogno di qualcuno che vi tenga a balia?".
Il principe si alzò e, con voce bassa e tremante, ma con la serietà di un uomo convinto, disse: "Io non so nulla, Nastas'ja Filippovna, e non conosco il mondo, avete ragione... Però sono sicuro che sposandomi sareste voi a fare onore a me e non io a fare onore a voi. Io non conto nulla, ma voi avete sofferto tanto e siete uscita a testa alta dall'inferno: e questo vuol dire molto. Di che cosa dovreste vergognarvi? E perchè vorreste perdervi con Rogozin? E' la febbre che vi fa parlare così. Voi avete respinto i settantacinquemila rubli del signor Tockij; e avete dichiarato che siete pronta a lasciare questa casa e tutto quello che contiene, fino all'ultimo straccio. Non c'è donna al mondo che farebbe una cosa del genere. E io, Nastas'ja Filippovna, io... sì, io vi amo. Io morirò per voi. Io non permetterò a nessuno di dire una sola parola sul vostro conto. Se saremo poveri, io lavorerò...".
(pp. 144-145)

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