« - Uhm! Io dico - interruppe il dottore - che voi avete
bisogno di una radicale trasformazione di tutta la vostra vita e, in certo
senso, di far violenza al vostro carattere. - Krest'jàn Ivànovic accentuò con
forza la parola 'violenza' e si fermò per un momento con aria assai
significativa. - Non rifuggire dal far vita allegra, frequentare gli spettacoli
e il circolo e, in ogni caso, non esser nemico della bottiglia. Restare in casa
non serve... voi non dovete assolutamente stare in casa.
- A me, Krest'jàn Ivànovic, piace la quiete -
disse il signor Goljadkin dando uno sguardo significativo a Krest'jàn Ivànovic e cercando evidentemente le parole per
esprimere nel modo più felice il suo pensiero – in casa ci sono soltanto io,
con Petruška… voglio
dire, il mio servo, Krest'jàn Ivànovic. Voglio dire, Krest'jàn Ivànovic, che io
faccio la mia strada, una strada a sé, Krest'jàn Ivànovic. Me ne sto per conto
mio e, per quanto mi sembra, non dipendo da nessuno. […] Io, Krest'jàn Ivànovic,
sono una persona pacifica, come già, mi pare, ho avuto l’onore di spiegarvi, la
mia strada però se ne va per conto suo, Krest'jàn Ivànovic. Il cammino della
vita è largo… […] Scusatemi, Krest'jàn
Ivànovic, io non sono un maestro di eloquenza.
-Uhm!... voi dite…
- Io dico che dovete scusarmi, Krest'jàn Ivànovic, se io,
per quanto mi pare, non sono un maestro di eloquenza- disse il signor Goljadkin
con un tono mezzo offeso perdendo il filo e confondendosi. – Da questo lato io,
Krest'jàn Ivànovic, non sono come gli altri – soggiunse con un certo sorriso
speciale . e non so parlar molto, non ho imparato ad abbellire il discorso. In
compenso io, Krest'jàn Ivànovic, agisco; in compenso agisco, Krest'jàn Ivànovic!
- Uhm!... Come dunque… voi agite? […]
- […] Io, Krest'jàn
Ivànovic, amo la tranquillità, e non il rumore mondano. Là da loro, dico, nel
gran mondo, Krest'jàn Ivànovic, bisogna saper lustrare i pavimenti con gli
stivali… - qui il signor Goljadkin strisciò un pochino il piede per terra – là esigono
questo, ed esigono anche la freddura… bisogna saper mettere insieme un
complimento profumato… ecco quello che là si esige. E io questo non l’ho
imparato, Krest'jàn Ivànovic; tutte queste finezze non le ho imparate; non ne
ho avuto il tempo. Io sono una persona semplice, senza complicazioni, e lustro
esteriore in me non ce n’è. In queste cose, Krest'jàn Ivànovic, io poso le
armi; io, parlando in questo senso, le depongo. – Tutto ciò il signor Goljadkin
lo disse, s’intende, con una cert’aria che dava chiaramente a capire che al
nostro eroe non rincresceva affatto di deporre, in questo senso, le armi e di
non aver imparato le finezze, tutto all’opposto anzi. »
"Il sosia", 1866, F.Dostoevskij (dalla raccolta "Racconti e romanzi brevi")
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